Minox X-HD 8×56

Un 8x56 Made in Germany

Pubblicato il 18/01/2023Categorie: Binocoli, Recensione

Scheda tecnica

Ingrandimenti: 8x
Diametro: 56mm
Campo inquadrato: 7,2º
Trasmissione luminosa: non dichiarata
Peso: 1250 g
Prodotto in: Germania
Prezzo: 1.011€

Introduzione

Apprezzo molto il fatto che Minox abbia deciso di realizzare un modello 8×56 all’interno della sua migliore linea di prodotto. Sempre più spesso vedo i produttori concentrarsi sui classici modelli 8×42 e 10×42, trascurando gli altri formati. Alcune volte – e spesso in un secondo momento – viene prodotto anche un 8×32, ma è sempre più raro trovare dei binocoli 8×56 tra i top di gamma. Ad esempio, nessuno dei tre principali marchi europei ha a listino un binocolo 8×56 di recente realizzazione.

Con la sua apprezzabile decisione, dunque, Minox ha riempito un vuoto, offrendo una scelta in più a chi è interessato a tale tipologia di strumento.

Non dispongo di un altro binocolo con apertura da 56mm, pertanto confronterò il Minox X-HD 8×56 con lo Swarovski EL 8.5×42 W B e con il Nikon 8×30 EII. Ovviamente, il suo diretto concorrente sarebbe lo Steiner Nighthunter 8×56, ma non potendo operare un confronto diretto con quest’ultimo, dovrò limitarmi a riprendere quanto ho avuto occasione di appuntare quando ho avuto la possibilità di provarlo.

Costruzione

In un binocolo di 1250 grammi di peso, l’ergonomia è un fattore cruciale. Il Minox X-HD 8×56, pur risultando inevitabilmente ingombrante per via dei suoi grandi obiettivi, mantiene dimensioni contenute grazie all’utilizzo di prismi a tetto. Ciò lo rende molto più comodo da utilizzare rispetto allo Steiner Nighthunter 8×56 che, pur avendo un’impugnatura comoda, era tanto grande da costringere l’utilizzatore a tenere le braccia allargate in una maniera che risultava faticosa già dopo pochi minuti.

In questo caso, semmai, ciò che può diventare stancante è il fatto che la maggior parte del peso risulta concentrata nelle lenti frontali, perciò, per migliorare l’equilibrio complessivo, è indispensabile impugnare il binocolo con le mani abbastanza lontane dal viso.

La gommatura che ricopre tutto il binocolo risulta leggermente appiccicosa al tatto, il che non è del tutto gradevole e porta il binocolo a riempirsi di piccoli granelli di polvere impossibili da eliminare (basta guardare le foto per rendersene conto). Nel mio esemplare, oltretutto, la gommatura era leggermente danneggiata su due spigoli.

Il colore nero fa sì che tenda a surriscaldarsi al sole. D’inverno si nota, ma non è un problema: d’estate potrebbe diventarlo. Di certo adesso comprendo perché spesso le altre marche utilizzino una gommatura verde scuro.

Una delle due conchiglie oculari era un po’ ballerina, inducendo qualche dubbio sulla sua tenuta nel tempo.

Per la prima volta, inoltre, ho avuto difficoltà a infilare il naso tra gli oculari per via delle dimensioni delle conchiglie e, benché ciò non impedisse di utilizzare il binocolo, l’ho trovato comunque abbastanza fastidioso.

Qualità ottiche

Il Minox X-HD 8×56 offre prestazioni discrete, perfino buone sotto certi specifici punti di vista eppure, considerando il suo prezzo, devo dire che mi sarei aspettato di più.

Pur essendo molto gradevole dal punto di vista estetico, con un mix di nero e argento che lo rende molto moderno, non risulta infatti né abbastanza nitido, né abbastanza corretto da giustificare una spesa di mille euro.

Inoltre il campo inquadrato non risulta particolarmente ampio ed è certamente inferiore sia a quello del Nikon – che tuttavia è famoso e molto apprezzato proprio per l’ampiezza del suo campo visivo – sia a quello dello Swarovski, che è comunque da primo della classe, come si conviene a un binocolo di tale fascia di prezzo. Mi sembra simile, piuttosto, a quello del Kowa BD 8×32 Prominar XD: leggermente superiore se si accetta di guardare con le conchiglie non del tutto estratte; inferiore se invece si estraggono completamente (a tal proposito vedi oltre).

Aberrazione cromatica

Il Minox corregge bene l’aberrazione cromatica. Anche in condizioni di forte luce, tale difetto non risulta particolarmente visibile né fastidioso, rendendosi evidente solo al margine del campo inquadrato. Come spesso accade quando si tratta di aberrazione cromatica, lo Swarovski offre una prestazione decisamente peggiore. Inquadrando i rami spogli di un albero si ha un’impressione generale di violetto che subito sparisce nel passare alla visione con il Minox (e anche con il Nikon, a dire il vero).

Di notte, tuttavia, la situazione è un po’ diversa: inquadrando un’insegna luminosa il Minox esibisce un’aberrazione cromatica non dissimile da quella dello Swarovski anche al centro esatto dell’immagine. A differenza del suo concorrente più costoso, però, riesce a mantenerla su livelli decisamente accettabili fino al bordo dell’immagine.

Il Kowa risulta comunque il più corretto: aberrazione invisibile al centro e quasi assente ai bordi.

Nitidezza

Non dubito che il binocolo sia più nitido del Minox 8×33 che ho avuto occasione di provare qualche anno fa e che non vantava la denominazione “HD”. Eppure, l’aggiornamento non ha portato a una rivoluzione: la nitidezza complessiva rimane comunque insoddisfacente e al di sotto di quella degli altri binocoli con cui l’ho potuto confrontare. Ciò è vero non soltanto nel confronto con lo Swarovski, che costa notevolmente più del Minox, ma anche con il Nikon, che invece costa poco più della metà, non monta vetri ED/HD ed è frutto di un progetto che risale a molti anni fa. In ciò indubbiamente si può vedere un’ulteriore conferma della bontà dei sistemi a prismi di porro rispetto ai concorrenti con prismi a tetto, che risultano inevitabilmente più costosi o, a parità di prezzo, meno performanti.

Un effetto collaterale della insufficiente nitidezza del Minox, è che rimane sempre una certa indecisione nel determinare la messa a fuoco ottimale, costringendo a giocare un po’ con la ghiera prima di convincersi di aver trovato il punto migliore. Diversamente, in binocoli come lo Swarovski, la messa a fuoco è precisa e netta e l’immagine salta subito agli occhi come quella “giusta”.

La curvatura di campo diventa abbastanza importante a partire dalla metà circa del campo inquadrato, riducendo notevolmente la nitidezza complessiva. Il campo inquadrato davvero sfruttabile risulta dunque abbastanza ridotto.

Astigmatismo

Purtroppo, il binocolo soffre di un discreto astigmatismo, di modo che anche al centro esatto dell’immagine, le stelle risultano comunque gonfie e non puntiformi.

Coma

La coma, insieme alla curvatura di campo, diventa visibile all’incirca da metà del campo inquadrato, e risulta abbastanza grave al bordo dell’immagine.

Sia il Kowa BD 8×32 che lo Swarovski si comportano meglio, risultando molto più corretti. Nel Kowa, in particolare, lo scadimento dell’immagine al bordo dipende quasi esclusivamente dalla curvatura di campo, di modo che lo si può compensare semplicemente regolando la messa a fuoco. La medesima operazione, invece, non è risolutiva nel Minox.

 

Tinta

A differenza del Minox 8×33, che restituiva un’immagine quasi gialla, questo sembra tendere semmai verso i toni freddi, risultando comunque molto più equilibrato e, direi, sostanzialmente corretto.

Riflessi e luci parassite

Osservando dei lampioni e delle insegne luminose di notte devo ammettere che il Minox compie un ottimo lavoro. È evidente che il produttore ha dedicato molta attenzione a questo aspetto, come è giusto che sia nel caso di un binocolo a vocazione crepuscolare. Non vedo particolari riflessi anche quando la fonte di luce è appena fuori del campo inquadrato e i lampioni producono degli spike (inevitabili con i prismi a tetto) eccezionalmente contenuti e davvero poco fastidiosi. Quelli del Kowa BD 8×32 sono simili, ma testandolo su un’insegna luminosa il Kowa mostra un piccolo riflesso sul lato opposto del campo inquadrato che risulta invece assente nel Minox.

Come avevo avuto modo di evidenziare nella sua recensione, anche lo Swarovski offre prestazioni inferiori sotto questo punto di vista.

Distorsione

C’è una distorsione a barilotto abbastanza evidente, per cui le linee verticali ai bordi dell’immagine tendono a piegarsi verso il centro. Non particolarmente fastidiosa.

Altri aspetti

Con le conchiglie oculari completamente estratte non si riesce a visualizzare l’intero campo inquadrato.

Di conseguenza, il field stop non è netto come mi piacerebbe che fosse, ma si nota una certa nebulosità in prossimità del bordo dell’inquadratura.

Diversamente rispetto a quanto ho potuto riscontrare nel caso del Vortex Diamondback, tuttavia, mi è stato possibile abbassare di un giro le conchiglie senza che ciò provocasse blackout insopportabili (benché ciò li abbia comunque resi più frequenti).

L’immagine non è particolarmente contrastata, il Nikon è molto più performante da questo punto di vista.

Conclusioni

Purtroppo devo constatare che, pure con un costo superiore, il Minox X-HD 8×56 “Made in Germany” non raggiunge il livello qualitativo dello Steiner 8×56, rispetto al quale risulta comunque più comodo in virtù dell’adozione dei prismi a tetto.

Curiosamente, anche lo Steiner aveva problemi a visualizzare tutto il campo inquadrato.

Rispetto al buonissimo Minox 8×33 che ho avuto occasione di provare in passato, mi sembra che si sia persa un’occasione e, sebbene siano stati risolti alcuni difetti (vedi ad es. la tinta, non più tendente al giallo), altri sono rimasti invariati (la scarsa nitidezza) o si sono addirittura aggravati (la comodità di osservazione e l’assoluta mancanza di blackout).

Il Minox X-HD 8×56 è abbastanza buono, ma probabilmente troppo costoso per le prestazioni che offre. Mille euro sono una cifra di tutto rispetto, che dovrebbe consentire l’ingresso nella fascia alta del mercato: in questo caso invece il binocolo, pur avendo diversi punti di forza, non sembra appartenere a tale categoria.

Voto finale

6.2/10

Corpo: 5.5/10

Ottica: 6.5/10

Come calcoliamo i voti dei binocoli?

Minox X-HD 8×56

Un 8x56 Made in Germany

Pubblicato il 18/01/2023Categorie: Binocoli, Recensione

Scheda tecnica

Ingrandimenti: 8x
Diametro: 56mm
Campo inquadrato: 7,2º
Trasmissione luminosa: non dichiarata
Peso: 1250 g
Prodotto in: Germania
Prezzo: 1.011€

Introduzione

Apprezzo molto il fatto che Minox abbia deciso di realizzare un modello 8×56 all’interno della sua migliore linea di prodotto. Sempre più spesso vedo i produttori concentrarsi sui classici modelli 8×42 e 10×42, trascurando gli altri formati. Alcune volte – e spesso in un secondo momento – viene prodotto anche un 8×32, ma è sempre più raro trovare dei binocoli 8×56 tra i top di gamma. Ad esempio, nessuno dei tre principali marchi europei ha a listino un binocolo 8×56 di recente realizzazione.

Con la sua apprezzabile decisione, dunque, Minox ha riempito un vuoto, offrendo una scelta in più a chi è interessato a tale tipologia di strumento.

Non dispongo di un altro binocolo con apertura da 56mm, pertanto confronterò il Minox X-HD 8×56 con lo Swarovski EL 8.5×42 W B e con il Nikon 8×30 EII. Ovviamente, il suo diretto concorrente sarebbe lo Steiner Nighthunter 8×56, ma non potendo operare un confronto diretto con quest’ultimo, dovrò limitarmi a riprendere quanto ho avuto occasione di appuntare quando ho avuto la possibilità di provarlo.

Costruzione

In un binocolo di 1250 grammi di peso, l’ergonomia è un fattore cruciale. Il Minox X-HD 8×56, pur risultando inevitabilmente ingombrante per via dei suoi grandi obiettivi, mantiene dimensioni contenute grazie all’utilizzo di prismi a tetto. Ciò lo rende molto più comodo da utilizzare rispetto allo Steiner Nighthunter 8×56 che, pur avendo un’impugnatura comoda, era tanto grande da costringere l’utilizzatore a tenere le braccia allargate in una maniera che risultava faticosa già dopo pochi minuti.

In questo caso, semmai, ciò che può diventare stancante è il fatto che la maggior parte del peso risulta concentrata nelle lenti frontali, perciò, per migliorare l’equilibrio complessivo, è indispensabile impugnare il binocolo con le mani abbastanza lontane dal viso.

La gommatura che ricopre tutto il binocolo risulta leggermente appiccicosa al tatto, il che non è del tutto gradevole e porta il binocolo a riempirsi di piccoli granelli di polvere impossibili da eliminare (basta guardare le foto per rendersene conto). Nel mio esemplare, oltretutto, la gommatura era leggermente danneggiata su due spigoli.

Il colore nero fa sì che tenda a surriscaldarsi al sole. D’inverno si nota, ma non è un problema: d’estate potrebbe diventarlo. Di certo adesso comprendo perché spesso le altre marche utilizzino una gommatura verde scuro.

Una delle due conchiglie oculari era un po’ ballerina, inducendo qualche dubbio sulla sua tenuta nel tempo.

Per la prima volta, inoltre, ho avuto difficoltà a infilare il naso tra gli oculari per via delle dimensioni delle conchiglie e, benché ciò non impedisse di utilizzare il binocolo, l’ho trovato comunque abbastanza fastidioso.

Qualità ottiche

Il Minox X-HD 8×56 offre prestazioni discrete, perfino buone sotto certi specifici punti di vista eppure, considerando il suo prezzo, devo dire che mi sarei aspettato di più.

Pur essendo molto gradevole dal punto di vista estetico, con un mix di nero e argento che lo rende molto moderno, non risulta infatti né abbastanza nitido, né abbastanza corretto da giustificare una spesa di mille euro.

Inoltre il campo inquadrato non risulta particolarmente ampio ed è certamente inferiore sia a quello del Nikon – che tuttavia è famoso e molto apprezzato proprio per l’ampiezza del suo campo visivo – sia a quello dello Swarovski, che è comunque da primo della classe, come si conviene a un binocolo di tale fascia di prezzo. Mi sembra simile, piuttosto, a quello del Kowa BD 8×32 Prominar XD: leggermente superiore se si accetta di guardare con le conchiglie non del tutto estratte; inferiore se invece si estraggono completamente (a tal proposito vedi oltre).

Aberrazione cromatica

Il Minox corregge bene l’aberrazione cromatica. Anche in condizioni di forte luce, tale difetto non risulta particolarmente visibile né fastidioso, rendendosi evidente solo al margine del campo inquadrato. Come spesso accade quando si tratta di aberrazione cromatica, lo Swarovski offre una prestazione decisamente peggiore. Inquadrando i rami spogli di un albero si ha un’impressione generale di violetto che subito sparisce nel passare alla visione con il Minox (e anche con il Nikon, a dire il vero).

Di notte, tuttavia, la situazione è un po’ diversa: inquadrando un’insegna luminosa il Minox esibisce un’aberrazione cromatica non dissimile da quella dello Swarovski anche al centro esatto dell’immagine. A differenza del suo concorrente più costoso, però, riesce a mantenerla su livelli decisamente accettabili fino al bordo dell’immagine.

Il Kowa risulta comunque il più corretto: aberrazione invisibile al centro e quasi assente ai bordi.

Nitidezza

Non dubito che il binocolo sia più nitido del Minox 8×33 che ho avuto occasione di provare qualche anno fa e che non vantava la denominazione “HD”. Eppure, l’aggiornamento non ha portato a una rivoluzione: la nitidezza complessiva rimane comunque insoddisfacente e al di sotto di quella degli altri binocoli con cui l’ho potuto confrontare. Ciò è vero non soltanto nel confronto con lo Swarovski, che costa notevolmente più del Minox, ma anche con il Nikon, che invece costa poco più della metà, non monta vetri ED/HD ed è frutto di un progetto che risale a molti anni fa. In ciò indubbiamente si può vedere un’ulteriore conferma della bontà dei sistemi a prismi di porro rispetto ai concorrenti con prismi a tetto, che risultano inevitabilmente più costosi o, a parità di prezzo, meno performanti.

Un effetto collaterale della insufficiente nitidezza del Minox, è che rimane sempre una certa indecisione nel determinare la messa a fuoco ottimale, costringendo a giocare un po’ con la ghiera prima di convincersi di aver trovato il punto migliore. Diversamente, in binocoli come lo Swarovski, la messa a fuoco è precisa e netta e l’immagine salta subito agli occhi come quella “giusta”.

La curvatura di campo diventa abbastanza importante a partire dalla metà circa del campo inquadrato, riducendo notevolmente la nitidezza complessiva. Il campo inquadrato davvero sfruttabile risulta dunque abbastanza ridotto.

Astigmatismo

Purtroppo, il binocolo soffre di un discreto astigmatismo, di modo che anche al centro esatto dell’immagine, le stelle risultano comunque gonfie e non puntiformi.

Coma

La coma, insieme alla curvatura di campo, diventa visibile all’incirca da metà del campo inquadrato, e risulta abbastanza grave al bordo dell’immagine.

Sia il Kowa BD 8×32 che lo Swarovski si comportano meglio, risultando molto più corretti. Nel Kowa, in particolare, lo scadimento dell’immagine al bordo dipende quasi esclusivamente dalla curvatura di campo, di modo che lo si può compensare semplicemente regolando la messa a fuoco. La medesima operazione, invece, non è risolutiva nel Minox.

 

Tinta

A differenza del Minox 8×33, che restituiva un’immagine quasi gialla, questo sembra tendere semmai verso i toni freddi, risultando comunque molto più equilibrato e, direi, sostanzialmente corretto.

Riflessi e luci parassite

Osservando dei lampioni e delle insegne luminose di notte devo ammettere che il Minox compie un ottimo lavoro. È evidente che il produttore ha dedicato molta attenzione a questo aspetto, come è giusto che sia nel caso di un binocolo a vocazione crepuscolare. Non vedo particolari riflessi anche quando la fonte di luce è appena fuori del campo inquadrato e i lampioni producono degli spike (inevitabili con i prismi a tetto) eccezionalmente contenuti e davvero poco fastidiosi. Quelli del Kowa BD 8×32 sono simili, ma testandolo su un’insegna luminosa il Kowa mostra un piccolo riflesso sul lato opposto del campo inquadrato che risulta invece assente nel Minox.

Come avevo avuto modo di evidenziare nella sua recensione, anche lo Swarovski offre prestazioni inferiori sotto questo punto di vista.

Distorsione

C’è una distorsione a barilotto abbastanza evidente, per cui le linee verticali ai bordi dell’immagine tendono a piegarsi verso il centro. Non particolarmente fastidiosa.

Altri aspetti

Con le conchiglie oculari completamente estratte non si riesce a visualizzare l’intero campo inquadrato.

Di conseguenza, il field stop non è netto come mi piacerebbe che fosse, ma si nota una certa nebulosità in prossimità del bordo dell’inquadratura.

Diversamente rispetto a quanto ho potuto riscontrare nel caso del Vortex Diamondback, tuttavia, mi è stato possibile abbassare di un giro le conchiglie senza che ciò provocasse blackout insopportabili (benché ciò li abbia comunque resi più frequenti).

L’immagine non è particolarmente contrastata, il Nikon è molto più performante da questo punto di vista.

Conclusioni

Purtroppo devo constatare che, pure con un costo superiore, il Minox X-HD 8×56 “Made in Germany” non raggiunge il livello qualitativo dello Steiner 8×56, rispetto al quale risulta comunque più comodo in virtù dell’adozione dei prismi a tetto.

Curiosamente, anche lo Steiner aveva problemi a visualizzare tutto il campo inquadrato.

Rispetto al buonissimo Minox 8×33 che ho avuto occasione di provare in passato, mi sembra che si sia persa un’occasione e, sebbene siano stati risolti alcuni difetti (vedi ad es. la tinta, non più tendente al giallo), altri sono rimasti invariati (la scarsa nitidezza) o si sono addirittura aggravati (la comodità di osservazione e l’assoluta mancanza di blackout).

Il Minox X-HD 8×56 è abbastanza buono, ma probabilmente troppo costoso per le prestazioni che offre. Mille euro sono una cifra di tutto rispetto, che dovrebbe consentire l’ingresso nella fascia alta del mercato: in questo caso invece il binocolo, pur avendo diversi punti di forza, non sembra appartenere a tale categoria.

Voto finale

6.2/10

Corpo: 5.5/10

Ottica: 6.5/10

Come calcoliamo i voti dei binocoli?