Steiner Nighthunter 8×56

Pubblicato il 09/10/2019Categorie: Binocoli, Recensione

Scheda tecnica

Ingrandimenti: 8x
Diametro: 56mm
Campo inquadrato: 7,7º
Trasmissione luminosa: 96%
Peso: 1090 g
Prodotto in: Germania
Prezzo: 807,42€

Introduzione

Cʼè una parola in grado di sintetizzare bene lʼessenza dello Steiner Nighthunter 8×56: enorme.

È un binocolo largo e massiccio, di sicuro il più grande che abbia mai preso in mano.

Costruzione

È costruito come una corazzata e dà un incredibile senso di solidità anche solo a guardarlo.

Quando lo si prende in mano si apprezza lʼalta qualità del rivestimento in gomma, che risulta morbido senza essere appiccicoso e che ricopre al meglio la struttura del binocolo.

Due linee sagomate corrono sui tubi e consentono di appoggiare comodamente le dita.

Pur essendo un binocolo abbastanza pesante (poco più di un chilo) il peso risulta ben distribuito e la possibilità di impugnarlo con grande comodità lo fa apparire più leggero di quel che è.

Le conchiglie oculari sono sagomate, in modo da accompagnare il profilo del viso e bloccare eventuali luci laterali.

Sebbene svolgano benissimo il proprio lavoro, le conchiglie bloccano del tutto la circolazione dellʼaria intorno agli occhi, provocando una sgradevole sensazione di calore che, almeno in estate, rende molto difficile utilizzarle per più di pochi istanti.

Fortunatamente le conchiglie possono essere arrotolate con facilità in modo da non disturbare. Non so quanto tempo la gomma sarà grado di resistere, ma sembra molto robusta.

Sports-auto-focus

Steiner dichiara di possedere un sistema speciale di messa a fuoco, denominato “sports-auto-focus”. In effetti, sembra trattarsi semplicemente di una “messa a fuoco singola”: ciascun oculare deve essere messo a fuoco individualmente ruotando una ghiera che è piazzata sul colletto dell’oculare stesso. Il binocolo è privo di una manopola centrale per la messa a fuoco.

Impostando la messa a fuoco su un soggetto sufficientemente lontano (oltre i 15 metri, direi) si ottiene una messa a fuoco corretta fino allʼinfinito, senza bisogno di ulteriori modifiche.

Non avevo mai avuto esperienza con un simile sistema di messa a fuoco e posso affermare, senza mezzi termini, che lo odio.

Non ho una vista perfetta, tuttavia di solito non indosso occhiali.

Normalmente i binocoli consentono di compensare le differenze di acuità visiva tra i due occhi in modo da poter rendere uniforme la visione con entrambi. Una volta regolata la compensazione per un singolo oculare, è possibile ottenere una visione corretta semplicemente spostando la messa a fuoco.

Si tratta di unʼoperazione scomoda e spesso macchinosa, ma la si fa una volta soltanto e non ci si pensa più.

Nel caso in cui il difetto visivo, come nel mio caso, sia simile in entrambi gli occhi, non è neppure necessario compensare: sarà sufficiente variare la messa a fuoco rispetto a un soggetto con visione normale.

La messa a fuoco su singolo oculare rende impossibile questa soluzione.

Ciascun oculare deve essere regolato in maniera indipendente e, nel caso in cui si voglia passare il binocolo a unʼaltra persona, entrambi andranno riportati nella posizione iniziale per consentirgli una visione corretta.

A quel punto correggere nuovamente la messa a fuoco richiederà una serie di faticosi tentativi, a meno di non aver preso nota della posizione desiderata degli oculari.

A tal fine si possono sfruttare le tacche presenti sulla ghiera di messa a fuoco ma solo a condizione che non sia troppo buio per vederle. Purtroppo, trattandosi di un binocolo nato per il buio, è abbastanza probabile che si verifichi questʼultima eventualità.

La messa a fuoco singola offre una serie di vantaggi in termini di resistenza e impermeabilità del binocolo, ma, a meno di non avere una visione del tutto corretta, si tratta di vantaggi che si pagano cari.

La difficoltà nell’ottenere una visione a fuoco con entrambi gli occhi ha fatto si che, durante la mia prova, io abbia accuratamente evitato di variare la messa a fuoco, preferendo osservare gli oggetti fuori fuoco piuttosto che ripetere la procedura.

Inoltre cʼè da dire che le ghiere fanno una notevole resistenza e variare la messa a fuoco risulta abbastanza difficoltoso.

Tappi copri obiettivi

I tappi copri obiettivi dello Steiner Nighthunter 8×56 sono fantastici. Sono senzʼaltro i migliori che abbia mai visto. Sono di gomma spessa e plastica rigida e si agganciano direttamente ai tubi, senza bisogno di essere tenuti in posizione tramite anelli di gomma. Una volta chiusi si inseriscono perfettamente allʼinterno dei tubi, con una chiusura che risulta molto pulita.

A differenza di altri modelli anche molto più costosi (tra i quali il mio Swarovski EL 8.5×42 W B), le giunzioni tra il tappo e lʼaggancio ai tubi non sono realizzate in gomma come il resto del tappo, ma con due fettucce di tessuto che le rendono molto più flessibili e, presumibilmente, più durature.

Mi sono sempre domandato quanto ci vorrà prima che la gomma dei tappi del mio Swarovski ceda: in questo caso credo invece che non ci sarà alcun cedimento.

Qualità ottiche

Dal punto di vista ottico lo Steiner Nighthunter 8×56 non riesce a eguagliare le sue eccellenti prestazioni meccaniche e costruttive.

Per valutare questi aspetti, lʼho messo a confronto con altri due binocoli. Non disponendo di un altro binocolo 8×56 paragonabile, lʼho confrontato con uno Swarovski EL 8,5×42 e con un Kowa BD 8×32 Prominar XD, entrambi ottimi binocoli nelle loro categorie.

Aberrazione cromatica

Lʼaberrazione cromatica è molto evidente già al centro del campo. Le rondini, osservate nel pomeriggio contro lo sfondo di un cielo abbastanza coperto, erano circondate da un vistoso alone: viola nella parte superiore, verde nella parte inferiore. Un contorno viola decorava anche la sommità
di un lampione esattamente al centro dellʼimmagine.

Pur se lʼaberrazione aumenta verso il bordo, in realtà non diventa mai molto più evidente di come è già al centro del campo.

Nitidezza

La nitidezza è ottima al centro del campo, ma inizia a calare non appena ci si sposta: anche un minimo movimento produce un calo di nitidezza che, se di giorno, inquadrando un panorama, può sfuggire, risulta invece evidente di notte, osservando la luna.

Ad ogni modo, fino al 50% dal bordo la nitidezza rimane buona, poi inizia a peggiorare in modo più marcato ma, fino al 75/80% rimane ancora accettabile e non diventa pessima nemmeno sul bordo. La nitidezza sembra peggiorare più rapidamente spostando lʼoggetto inquadrato lungo l’asse verticale, mentre si mantiene superiore nel caso di movimento orizzontali.

I tre binocoli sono tutto molto nitidi: il Kowa è quasi al pari degli altri due, mentre Swarovski e Steiner sono molto vicini.

Addirittura lo Steiner risulta maggiormente contrastato, sia nellʼosservazione della luna, in cui si percepisce una maggiore separazione cromatica tra i mari e le altre zone più chiare, sia in quella di un gruppo di alberi in lontananza: i dettagli delle loro cortecce sembrano risaltare di più.

Astigmatismo

Il binocolo presenta un astigmatismo molto contenuto, simile a quello del Kowa e non sfigura nemmeno se confrontato con lo Swarovski, a condizione, però, di aver ottenuto una messa a fuoco ottimale.

Coma

La gestione della coma, purtroppo, rappresenta uno dei punto deboli del binocolo. Il difetto comincia a rendersi visibile appena ci si allontana dal centro dellʼimmagine e a metà distanza dal centro è già più evidente di quanto lo sia sul bordo nello Swarovski.

Da questo punto di vista anche il Kowa mostra performance superiori.

Tra calo di nitidezza, coma, minore luminosità e bordo non netto, lʼosservazione degli oggetto collocati proprio sul bordo dellʼinquadratura risulta seriamente compromessa.

Tinta

Lʼimmagine appare di colore sostanzialmente neutro, senza dominanti evidenti. I colori non sono particolarmente saturi, ma sembrano sostanzialmente corretti. La stella Mirphak, una supergigante gialla, appare di un colore vicino al bianco, mentre appare più giallo-rossiccia nello Swarovski e quasi rossa nel Kowa.

Riflessi e luci parassite

LoSteiner Nighthunter 8×56 ha unʼottima resistenza ai riflessi e alle luci parassite.

La luna piena è un soggetto notoriamente molto complicato, ma inquadrandola appaiono meno riflessi rispetto al Kowa e anche rispetto allo Swarovski, nel quale compare un pallino luminoso che non dovrebbe esserci.

Grazie ai prismi di porro, inquadrare una fonte di luce non produce alcuno spike.

Il Kowa ne mostra in maniera ridotta, mentre lo Swarovski non presenta alcuno spike a meno di non collocare la fonte luminosa al bordo dellʼinquadratura. Dʼaltra parte, questo risultato, che è ottimo per un binocolo con prismi a tetto, comporta lʼapplicazione di una serie di trattamenti che hanno evidentemente un costo rilevante che, utilizzando prismi di porro, può essere evitato al fine di migliorare qualche altra caratteristica.

Distorsione

Lʼimmagine appare caratterizzata da una certa distorsione a barilotto, che provoca un rigonfiamento centrale degli oggetti inquadrati verso lʼosservatore. Non molto fastidiosa, né in generale né durante lo spostamento dell’inquadratura.

Altri aspetti

Il bordo nero che delimita lʼimmagine inquadrata non appare così netto come in altri binocoli, anzi, da questo punto di vista il binocolo risulta abbastanza deludente.

Inoltre, con le conchiglie oculari estratte, non si riesce ad abbracciare lʼintera immagine. Abbassando le conchiglie e provando ad avvicinare gli occhi, tuttavia, si verificano degli oscuramenti (blackout) dellʼimmagine dovuti allʼeccessiva vicinanza degli occhi agli oculari.

In generale, però, lo Steiner Nighthunter 8×56 non richiede un posizionamento particolarmente accurato come avviene, ad esempio, nel Kowa Prominar. Nella maggior parte dei casi è sufficiente afferrare il binocolo e osservare, senza bisogno di preoccuparsi di eventuali oscuramenti della visione.

Trattandosi di un binocolo da 56 mm, che dichiara una trasmissione luminosa superiore al 96%, mi aspettavo che la differenza di luminosità con gli altri binocoli fosse molto evidente.

Il Kowa è talmente più piccolo che, in realtà, non avrebbe avuto senso utilizzarlo per un confronto su questo parametro.

Lo Swarovski, invece, è risultato più scuro ma, per quanto si tratti di una circostanza molto evidente osservando il cielo notturno, è stato più difficile cogliere le differenze osservando tra i rami di un albero al tramonto.

Dal mio cielo di città, in ogni caso, la maggiore luminosità dello Steiner Nighthunter 8×56 non mi ha permesso di distinguere più stelle di quante ne vedessi con lo Swarovski. Può darsi che il minore astigmatismo di questʼultimo abbia parzialmente compensato la differenza di dimensioni e trasmissione luminosa.

Non so dire, però, se questo piccolo vantaggio dal punto di vista della luminosità sia in grado di compensare il maggiore ingombro rispetto a un binocolo da 42 mm.

Conclusioni

Lo Steiner Nighthunter 8×56 è certamente realizzato con molta cura e dotato di ottime qualità ottiche.

Il confronto con lo Swarovski ha evidenziato grandi differenze, ma bisogna sempre ricordare che, per quanto non sia certamente un binocolo economico, lo Steiner costa poco più di un terzo dello Swarovski.

Ritengo comunque che alcuni difetti, come l’aberrazione cromatica e la coma, siano troppo evidenti in rapporto al prezzo del binocolo. Anche se per questa cifra non mi aspetto la perfezione, quantomeno vorrei che nessun difetto fosse troppo visibile.

Tra i difetti che non riguardano la qualità ottica, i più importanti sono rappresentati dal sistema di messa a fuoco e dalle dimensioni. Riguardo al primo ho detto abbastanza e si tratta certamente di considerazioni soggettive.

Riguardo al secondo posso dire che, sebbene l’adozione dei prismi di porro consenta di ottenere risultati migliori con costi inferiori, le dimensioni del binocolo sono davvero importanti. Non riesco a immaginare di andare in giro portandomi dietro un simile strumento. In effetti, lo avevo acquistato pensando di utilizzarlo per le osservazioni notturne in postazione fissa. Anche così, però, mi sembra che la differenza rispetto a un binocolo con prismi a tetto sia davvero troppo rilevante. Chiunque sia interessato all’acquisto dovrebbe valutare attentamente tale aspetto.

 

Voto finale

6.9/10

Corpo: 5/10

Ottica: 7.5/10

Come calcoliamo i voti dei binocoli?

Steiner Nighthunter 8×56

Pubblicato il 09/10/2019Categorie: Binocoli, Recensione

Scheda tecnica

Ingrandimenti: 8x
Diametro: 56mm
Campo inquadrato: 7,7º
Trasmissione luminosa: 96%
Peso: 1090 g
Prodotto in: Germania
Prezzo: 807,42€

Introduzione

Cʼè una parola in grado di sintetizzare bene lʼessenza dello Steiner Nighthunter 8×56: enorme.

È un binocolo largo e massiccio, di sicuro il più grande che abbia mai preso in mano.

Costruzione

È costruito come una corazzata e dà un incredibile senso di solidità anche solo a guardarlo.

Quando lo si prende in mano si apprezza lʼalta qualità del rivestimento in gomma, che risulta morbido senza essere appiccicoso e che ricopre al meglio la struttura del binocolo.

Due linee sagomate corrono sui tubi e consentono di appoggiare comodamente le dita.

Pur essendo un binocolo abbastanza pesante (poco più di un chilo) il peso risulta ben distribuito e la possibilità di impugnarlo con grande comodità lo fa apparire più leggero di quel che è.

Le conchiglie oculari sono sagomate, in modo da accompagnare il profilo del viso e bloccare eventuali luci laterali.

Sebbene svolgano benissimo il proprio lavoro, le conchiglie bloccano del tutto la circolazione dellʼaria intorno agli occhi, provocando una sgradevole sensazione di calore che, almeno in estate, rende molto difficile utilizzarle per più di pochi istanti.

Fortunatamente le conchiglie possono essere arrotolate con facilità in modo da non disturbare. Non so quanto tempo la gomma sarà grado di resistere, ma sembra molto robusta.

Sports-auto-focus

Steiner dichiara di possedere un sistema speciale di messa a fuoco, denominato “sports-auto-focus”. In effetti, sembra trattarsi semplicemente di una “messa a fuoco singola”: ciascun oculare deve essere messo a fuoco individualmente ruotando una ghiera che è piazzata sul colletto dell’oculare stesso. Il binocolo è privo di una manopola centrale per la messa a fuoco.

Impostando la messa a fuoco su un soggetto sufficientemente lontano (oltre i 15 metri, direi) si ottiene una messa a fuoco corretta fino allʼinfinito, senza bisogno di ulteriori modifiche.

Non avevo mai avuto esperienza con un simile sistema di messa a fuoco e posso affermare, senza mezzi termini, che lo odio.

Non ho una vista perfetta, tuttavia di solito non indosso occhiali.

Normalmente i binocoli consentono di compensare le differenze di acuità visiva tra i due occhi in modo da poter rendere uniforme la visione con entrambi. Una volta regolata la compensazione per un singolo oculare, è possibile ottenere una visione corretta semplicemente spostando la messa a fuoco.

Si tratta di unʼoperazione scomoda e spesso macchinosa, ma la si fa una volta soltanto e non ci si pensa più.

Nel caso in cui il difetto visivo, come nel mio caso, sia simile in entrambi gli occhi, non è neppure necessario compensare: sarà sufficiente variare la messa a fuoco rispetto a un soggetto con visione normale.

La messa a fuoco su singolo oculare rende impossibile questa soluzione.

Ciascun oculare deve essere regolato in maniera indipendente e, nel caso in cui si voglia passare il binocolo a unʼaltra persona, entrambi andranno riportati nella posizione iniziale per consentirgli una visione corretta.

A quel punto correggere nuovamente la messa a fuoco richiederà una serie di faticosi tentativi, a meno di non aver preso nota della posizione desiderata degli oculari.

A tal fine si possono sfruttare le tacche presenti sulla ghiera di messa a fuoco ma solo a condizione che non sia troppo buio per vederle. Purtroppo, trattandosi di un binocolo nato per il buio, è abbastanza probabile che si verifichi questʼultima eventualità.

La messa a fuoco singola offre una serie di vantaggi in termini di resistenza e impermeabilità del binocolo, ma, a meno di non avere una visione del tutto corretta, si tratta di vantaggi che si pagano cari.

La difficoltà nell’ottenere una visione a fuoco con entrambi gli occhi ha fatto si che, durante la mia prova, io abbia accuratamente evitato di variare la messa a fuoco, preferendo osservare gli oggetti fuori fuoco piuttosto che ripetere la procedura.

Inoltre cʼè da dire che le ghiere fanno una notevole resistenza e variare la messa a fuoco risulta abbastanza difficoltoso.

Tappi copri obiettivi

I tappi copri obiettivi dello Steiner Nighthunter 8×56 sono fantastici. Sono senzʼaltro i migliori che abbia mai visto. Sono di gomma spessa e plastica rigida e si agganciano direttamente ai tubi, senza bisogno di essere tenuti in posizione tramite anelli di gomma. Una volta chiusi si inseriscono perfettamente allʼinterno dei tubi, con una chiusura che risulta molto pulita.

A differenza di altri modelli anche molto più costosi (tra i quali il mio Swarovski EL 8.5×42 W B), le giunzioni tra il tappo e lʼaggancio ai tubi non sono realizzate in gomma come il resto del tappo, ma con due fettucce di tessuto che le rendono molto più flessibili e, presumibilmente, più durature.

Mi sono sempre domandato quanto ci vorrà prima che la gomma dei tappi del mio Swarovski ceda: in questo caso credo invece che non ci sarà alcun cedimento.

Qualità ottiche

Dal punto di vista ottico lo Steiner Nighthunter 8×56 non riesce a eguagliare le sue eccellenti prestazioni meccaniche e costruttive.

Per valutare questi aspetti, lʼho messo a confronto con altri due binocoli. Non disponendo di un altro binocolo 8×56 paragonabile, lʼho confrontato con uno Swarovski EL 8,5×42 e con un Kowa BD 8×32 Prominar XD, entrambi ottimi binocoli nelle loro categorie.

Aberrazione cromatica

Lʼaberrazione cromatica è molto evidente già al centro del campo. Le rondini, osservate nel pomeriggio contro lo sfondo di un cielo abbastanza coperto, erano circondate da un vistoso alone: viola nella parte superiore, verde nella parte inferiore. Un contorno viola decorava anche la sommità
di un lampione esattamente al centro dellʼimmagine.

Pur se lʼaberrazione aumenta verso il bordo, in realtà non diventa mai molto più evidente di come è già al centro del campo.

Nitidezza

La nitidezza è ottima al centro del campo, ma inizia a calare non appena ci si sposta: anche un minimo movimento produce un calo di nitidezza che, se di giorno, inquadrando un panorama, può sfuggire, risulta invece evidente di notte, osservando la luna.

Ad ogni modo, fino al 50% dal bordo la nitidezza rimane buona, poi inizia a peggiorare in modo più marcato ma, fino al 75/80% rimane ancora accettabile e non diventa pessima nemmeno sul bordo. La nitidezza sembra peggiorare più rapidamente spostando lʼoggetto inquadrato lungo l’asse verticale, mentre si mantiene superiore nel caso di movimento orizzontali.

I tre binocoli sono tutto molto nitidi: il Kowa è quasi al pari degli altri due, mentre Swarovski e Steiner sono molto vicini.

Addirittura lo Steiner risulta maggiormente contrastato, sia nellʼosservazione della luna, in cui si percepisce una maggiore separazione cromatica tra i mari e le altre zone più chiare, sia in quella di un gruppo di alberi in lontananza: i dettagli delle loro cortecce sembrano risaltare di più.

Astigmatismo

Il binocolo presenta un astigmatismo molto contenuto, simile a quello del Kowa e non sfigura nemmeno se confrontato con lo Swarovski, a condizione, però, di aver ottenuto una messa a fuoco ottimale.

Coma

La gestione della coma, purtroppo, rappresenta uno dei punto deboli del binocolo. Il difetto comincia a rendersi visibile appena ci si allontana dal centro dellʼimmagine e a metà distanza dal centro è già più evidente di quanto lo sia sul bordo nello Swarovski.

Da questo punto di vista anche il Kowa mostra performance superiori.

Tra calo di nitidezza, coma, minore luminosità e bordo non netto, lʼosservazione degli oggetto collocati proprio sul bordo dellʼinquadratura risulta seriamente compromessa.

Tinta

Lʼimmagine appare di colore sostanzialmente neutro, senza dominanti evidenti. I colori non sono particolarmente saturi, ma sembrano sostanzialmente corretti. La stella Mirphak, una supergigante gialla, appare di un colore vicino al bianco, mentre appare più giallo-rossiccia nello Swarovski e quasi rossa nel Kowa.

Riflessi e luci parassite

LoSteiner Nighthunter 8×56 ha unʼottima resistenza ai riflessi e alle luci parassite.

La luna piena è un soggetto notoriamente molto complicato, ma inquadrandola appaiono meno riflessi rispetto al Kowa e anche rispetto allo Swarovski, nel quale compare un pallino luminoso che non dovrebbe esserci.

Grazie ai prismi di porro, inquadrare una fonte di luce non produce alcuno spike.

Il Kowa ne mostra in maniera ridotta, mentre lo Swarovski non presenta alcuno spike a meno di non collocare la fonte luminosa al bordo dellʼinquadratura. Dʼaltra parte, questo risultato, che è ottimo per un binocolo con prismi a tetto, comporta lʼapplicazione di una serie di trattamenti che hanno evidentemente un costo rilevante che, utilizzando prismi di porro, può essere evitato al fine di migliorare qualche altra caratteristica.

Distorsione

Lʼimmagine appare caratterizzata da una certa distorsione a barilotto, che provoca un rigonfiamento centrale degli oggetti inquadrati verso lʼosservatore. Non molto fastidiosa, né in generale né durante lo spostamento dell’inquadratura.

Altri aspetti

Il bordo nero che delimita lʼimmagine inquadrata non appare così netto come in altri binocoli, anzi, da questo punto di vista il binocolo risulta abbastanza deludente.

Inoltre, con le conchiglie oculari estratte, non si riesce ad abbracciare lʼintera immagine. Abbassando le conchiglie e provando ad avvicinare gli occhi, tuttavia, si verificano degli oscuramenti (blackout) dellʼimmagine dovuti allʼeccessiva vicinanza degli occhi agli oculari.

In generale, però, lo Steiner Nighthunter 8×56 non richiede un posizionamento particolarmente accurato come avviene, ad esempio, nel Kowa Prominar. Nella maggior parte dei casi è sufficiente afferrare il binocolo e osservare, senza bisogno di preoccuparsi di eventuali oscuramenti della visione.

Trattandosi di un binocolo da 56 mm, che dichiara una trasmissione luminosa superiore al 96%, mi aspettavo che la differenza di luminosità con gli altri binocoli fosse molto evidente.

Il Kowa è talmente più piccolo che, in realtà, non avrebbe avuto senso utilizzarlo per un confronto su questo parametro.

Lo Swarovski, invece, è risultato più scuro ma, per quanto si tratti di una circostanza molto evidente osservando il cielo notturno, è stato più difficile cogliere le differenze osservando tra i rami di un albero al tramonto.

Dal mio cielo di città, in ogni caso, la maggiore luminosità dello Steiner Nighthunter 8×56 non mi ha permesso di distinguere più stelle di quante ne vedessi con lo Swarovski. Può darsi che il minore astigmatismo di questʼultimo abbia parzialmente compensato la differenza di dimensioni e trasmissione luminosa.

Non so dire, però, se questo piccolo vantaggio dal punto di vista della luminosità sia in grado di compensare il maggiore ingombro rispetto a un binocolo da 42 mm.

Conclusioni

Lo Steiner Nighthunter 8×56 è certamente realizzato con molta cura e dotato di ottime qualità ottiche.

Il confronto con lo Swarovski ha evidenziato grandi differenze, ma bisogna sempre ricordare che, per quanto non sia certamente un binocolo economico, lo Steiner costa poco più di un terzo dello Swarovski.

Ritengo comunque che alcuni difetti, come l’aberrazione cromatica e la coma, siano troppo evidenti in rapporto al prezzo del binocolo. Anche se per questa cifra non mi aspetto la perfezione, quantomeno vorrei che nessun difetto fosse troppo visibile.

Tra i difetti che non riguardano la qualità ottica, i più importanti sono rappresentati dal sistema di messa a fuoco e dalle dimensioni. Riguardo al primo ho detto abbastanza e si tratta certamente di considerazioni soggettive.

Riguardo al secondo posso dire che, sebbene l’adozione dei prismi di porro consenta di ottenere risultati migliori con costi inferiori, le dimensioni del binocolo sono davvero importanti. Non riesco a immaginare di andare in giro portandomi dietro un simile strumento. In effetti, lo avevo acquistato pensando di utilizzarlo per le osservazioni notturne in postazione fissa. Anche così, però, mi sembra che la differenza rispetto a un binocolo con prismi a tetto sia davvero troppo rilevante. Chiunque sia interessato all’acquisto dovrebbe valutare attentamente tale aspetto.

 

Voto finale

6.9/10

Corpo: 5/10

Ottica: 7.5/10

Come calcoliamo i voti dei binocoli?