Vortex Diamondback HD 8×42

Esteticamente curato e realizzato con grande attenzione

Pubblicato il 07/02/2021Categorie: Binocoli, Recensione

Scheda tecnica

Ingrandimenti: 8x
Diametro: 42mm
Campo inquadrato: 7,5º
Trasmissione luminosa: non dichiarata
Peso: 646 g
Prodotto in: Cina
Prezzo: 242,4€

Introduzione

Guardando unicamente alla tipologia di binocoli in mio possesso, dovrei limitarmi a confrontare il Vortex Diamondback HD 8×42 con lo Swarovski EL 8.5×42 W B. Tuttavia, considerato che il secondo costa quasi otto volte il primo, mi sembra corretto confrontarlo anche con un binocolo di prezzo simile: il Nikon Prostaff 7s 8×30, costato 140€ ma che, recentemente, vedo in vendita a prezzi un po’ più alti.

Costruzione

Il binocolo si presenta davvero bene. È curato esteticamente e sembra realizzato con grande attenzione.

Di solito sorvolo volutamente su molte delle caratteristiche tecniche dichiarate dai costruttori per evitare di dare troppo peso a ciò che viene pubblicizzato e concentrarmi sulle prestazioni. Stavolta, però, vorrei cogliere l’occasione per una riflessione generale sull’argomento. Secondo quanto dichiarato dalla Vortex, questo Diamondback HD 8×42 adotta praticamente tutti gli accorgimenti tecnici necessari per realizzare un top di gamma.

Lenti HD, trattamente antiriflesso su tutte le lenti (FMC), rivestimento dielettrico dei prismi (aumenta la luminosità), rivestimento a correzione di fase (aumenta il contrasto), corpo in magnesio (è un metallo molto leggero!), impermeabile e con riempimento d’azoto (per prevenire appannamenti e funghi), trattamento protettivo per le lenti esterne, gommatura completa dello scafo.

Sulla carta tutto quello che si può desiderare e che la tecnologia attuale consente di offrire, con l’unica eccezione, mi pare, di uno spianatore di campo. Ho soltanto qualche dubbio sulle lenti “HD”, perché l’impiego di “elementi selezionati” di cui parla la scheda tecnica non mi sembra equivalga a dichiarare la presenza di lenti ED o alla fluorite.

Per il resto si tratta di caratteristiche che sembrano collocare questo binocolo in una fascia ben diversa da quella che il solo prezzo lascerebbe pensare. Resta da vedere, tuttavia, quale ne sia l’impatto concreto sulla qualità ottica complessiva.

Qualità ottiche

Il binocolo offre discrete prestazioni. L’immagine è corretta al centro e il campo inquadrato è grande appena meno di quello del mio Swarovski EL 8.5×42 W B.

Di giorno però, a meno di un posizionamento ottimale dell’occhio rispetto alle lenti, compare un fastidioso riflesso interno che potrebbe essere tra le cause del calo di dettaglio e di contrasto che si registrano nel confronto con lo Swarovski.

Da questo punto di vista il Vortex Diamondback HD 8×42 risulta comunque superiore al Nikon Prostaff 7s 8×30 che, pur senza evidenziare particolari riflessi interni, se non in presenza di luce molto forte, nel confronto appare ancora più sbiadito e con colori poco saturi.
La luminosità in notturna mi sembra simile a quella dello Swarovski, anche se il maggiore contrasto di quest’ultimo può dare la sensazione di una luminosità superiore. Comunque, pur non essendo un binocolo adatto all’uso astronomico, il Vortex è abbastanza luminoso.

Il campo inquadrato è di 7.5º, mentre quello dello Swarovski è 7.6º: nell’uso pratico sono praticamente identici. Il Nikon, invece, ha un campo inquadrato di 6.5° e devo dire che la differenza si vede molto bene. Passando dall’uno all’altro sembra di ritrovarsi improvvisamente schiacciati.

Conchiglie oculari

Con le conchiglie oculari completamente estratte risulta impossibile visualizzare il diaframma, di conseguenza l’ultima frazione del campo inquadrato mostra dei contorni irregolari, con un evidente calo di luce.

Per vedere il diaframma è necessario abbassare le conchiglie di uno stop, ma così facendo si evidenziano forti blackout che creano ancora più problemi. Purtroppo, si tratta quindi di un difetto con cui è necessario convivere.

Il Nikon Prostaff 7s 8×30 non mostra cali di luce al bordo, evidenziando un diaframma di campo netto quasi quanto quello dell’Olympus EXWP I 10×42 (che da questo punto di vista è il mio riferimento).

Aberrazione cromatica

Se si inquadrano i giusti soggetti, l’aberrazione cromatica è abbastanza evidente anche al centro esatto del campo e senza bisogno di forti controluce (ho fatto la prova in un giorno di pioggia). Spostandosi verso il limite dell’immagine il cromatismo laterale diventa ben visibile. Con molta luce, invece, gli oggetti chiari mostrano un bordo viola anche al centro della scena.

Per i miei gusti si tratta comunque di un risultato accettabile, dal momento che l’aberrazione non disturba la visione come mi è capitato con altri binocoli. Tuttavia sia lo Swarovski EL 8.5×42 W B che il Nikon Prostaff 7s 8×30 risultano più corretti.
Di notte, stranamente, il risultato sembra rovesciarsi: utilizzando dei lampioni come riferimento, lo Swarovski evidenzia un forte cromatismo laterale a bordo campo, mentre il Vortex Diamondback HD 8×42 è praticamente perfetto. Il test sulla luna conferma: portandola all’estremo del campo inquadrato appare soltanto un lieve alone rossastro sul lato interno dell’immagine.

Nitidezza

L’immagine risulta molto nitida, anche se non al livello dello Swarovski. Il campo inquadrato non è piatto, quindi c’è un deciso calo di nitidezza verso il bordo, ma una volta tanto non comincia APPENA ci si allontana dal centro, bensì un po’ più in là. Ad esempio è possibile inquadrare la luna piena e vederla tutta ugualmente nitida, senza notare peggioramenti ai margini. Il Nikon appare meno nitido, presumibilmente anche per via del minore contrasto.

Astigmatismo

Le stelle non sono puntiformi ma appaiono più grandi del dovuto, con l’effetto collaterale di far sembrare più piccolo il campo inquadrato. Il Nikon mostra stelle maggiormente puntiformi, per quanto non perfettamente rotonde.

Coma

Anche la coma è presente, sebbene in modo non eccessivamente fastidioso. Comincia a risultare visibile da circa metà del campo inquadrato e, pur senza diventare mai eccessiva, è evidente sul bordo. Unita alla curvatura di campo, fa sì che le stelle al bordo dell’immagine risultino quasi del tutto appiattite. Lo Swarovski EL 8.5×42 W B, che pure ha nella correzione della coma uno dei sui punti deboli, risulta nettamente superiore. Il Nikon Prostaff 7s 8×30 mostra leggermente meno coma, ma nel complesso non offre migliori prestazioni al bordo dell’immagine (e bisogna considerare che il campo inquadrato è più piccolo!).

Tinta

Mi sembra sostanzialmente neutra, forse tendente un po’ verso i colori freddi. Non noto particolari differenze con gli altri due.

Riflessi e luci parassite

Nessuno spike! Si tratta di un ottimo risultato per un binocolo con prismi a tetto. Nemmeno il lampione più potente della zona è stato in grado di impensierirlo. Tuttavia, inquadrando la luna piena, appare un riflesso al centro dell’immagine (c’è anche nello Swarovski) mentre, spostandosi lateralmente, si genera una velatura interna abbastanza fastidiosa, assente negli altri due binocoli. Sorprendentemente il Nikon mostra maggiore resistenza ai riflessi, anche se presenta dei piccoli spike con le fonti di luce abbastanza forti.

Distorsione

L’ immagine soffre di un’evidente distorsione a cuscinetto che fa sì che le linee rette ai bordi del campo inquadrato si pieghino verso l’interno. Anche il Nikon mostra un po’ di distorsione a cuscinetto, ma in misura minore, mentre lo Swarovski ha un campo quasi totalmente corretto.

Conclusioni

Considerato il prezzo, devo riconoscere di essere discretamente soddisfatto dal Vortex Diamondback HD 8×42, ma con un’importante riserva. È un binocolo solido, pratico, esteticamente gradevole, garantito a vita (una rarità!) e di discreta qualità.

Coma e astigmatismo lo rendono inadatto all’uso astronomico, inoltre non brilla per trasportabilità. Anche la custodia, per quanto ben fatta, è abbastanza ingombrante, anche se dispone di un sistema per legarla al petto che mi pare comodo. Rimane, comunque un discreto binocolo diurno.

Tra i suoi punti forti sicuramente l’ottima costruzione, la nitidezza e il grande campo inquadrato, che risulta anche abbastanza corretto. Purtroppo però, il fatto che il bordo del campo inquadrato risulti poco definito, unito al calo di luminosità che ne consegue, costituisce a mio avviso un difetto abbastanza rilevante. Ad ogni modo, se non siete particolarmente sensibili a tali problematiche, penso che questo binocolo meriti senz’altro un’occhiata.

Un’ultima considerazione: come era logico immaginare, la prova ha dimostrato che non è sufficiente applicare tutti gli ultimi ritrovati della tecnica per ritrovarsi con un top di gamma, perciò è sempre necessario valutare con il dovuto discernimento le schede tecniche dei prodotti.

Può darsi che l’impiego del magnesio abbia influito sul peso complessivo e mi pare che anche il rivestimento a correzione di fase abbia fornito il suo contributo, ma la qualità di un binocolo dipende principalmente da altri fattori ben più difficili da valutare, come lo schema ottico, la qualità delle lenti e dei prismi.

E d’altra parte, ritengo che ciascun produttore abbia un’idea abbastanza precisa della qualità dei suoi prodotti in rapporto alla concorrenza, perciò – al netto di eventuali offerte speciali – il prezzo costituisce un indicatore abbastanza accurato di ciò che ci si può attendere da un determinato binocolo.

Voto finale

7.1/10

Corpo: 7.5/10

Ottica: 7/10

Come calcoliamo i voti dei binocoli?

Vortex Diamondback HD 8×42

Esteticamente curato e realizzato con grande attenzione

Pubblicato il 07/02/2021Categorie: Binocoli, Recensione

Scheda tecnica

Ingrandimenti: 8x
Diametro: 42mm
Campo inquadrato: 7,5º
Trasmissione luminosa: non dichiarata
Peso: 646 g
Prodotto in: Cina
Prezzo: 242,4€

Introduzione

Guardando unicamente alla tipologia di binocoli in mio possesso, dovrei limitarmi a confrontare il Vortex Diamondback HD 8×42 con lo Swarovski EL 8.5×42 W B. Tuttavia, considerato che il secondo costa quasi otto volte il primo, mi sembra corretto confrontarlo anche con un binocolo di prezzo simile: il Nikon Prostaff 7s 8×30, costato 140€ ma che, recentemente, vedo in vendita a prezzi un po’ più alti.

Costruzione

Il binocolo si presenta davvero bene. È curato esteticamente e sembra realizzato con grande attenzione.

Di solito sorvolo volutamente su molte delle caratteristiche tecniche dichiarate dai costruttori per evitare di dare troppo peso a ciò che viene pubblicizzato e concentrarmi sulle prestazioni. Stavolta, però, vorrei cogliere l’occasione per una riflessione generale sull’argomento. Secondo quanto dichiarato dalla Vortex, questo Diamondback HD 8×42 adotta praticamente tutti gli accorgimenti tecnici necessari per realizzare un top di gamma.

Lenti HD, trattamente antiriflesso su tutte le lenti (FMC), rivestimento dielettrico dei prismi (aumenta la luminosità), rivestimento a correzione di fase (aumenta il contrasto), corpo in magnesio (è un metallo molto leggero!), impermeabile e con riempimento d’azoto (per prevenire appannamenti e funghi), trattamento protettivo per le lenti esterne, gommatura completa dello scafo.

Sulla carta tutto quello che si può desiderare e che la tecnologia attuale consente di offrire, con l’unica eccezione, mi pare, di uno spianatore di campo. Ho soltanto qualche dubbio sulle lenti “HD”, perché l’impiego di “elementi selezionati” di cui parla la scheda tecnica non mi sembra equivalga a dichiarare la presenza di lenti ED o alla fluorite.

Per il resto si tratta di caratteristiche che sembrano collocare questo binocolo in una fascia ben diversa da quella che il solo prezzo lascerebbe pensare. Resta da vedere, tuttavia, quale ne sia l’impatto concreto sulla qualità ottica complessiva.

Qualità ottiche

Il binocolo offre discrete prestazioni. L’immagine è corretta al centro e il campo inquadrato è grande appena meno di quello del mio Swarovski EL 8.5×42 W B.

Di giorno però, a meno di un posizionamento ottimale dell’occhio rispetto alle lenti, compare un fastidioso riflesso interno che potrebbe essere tra le cause del calo di dettaglio e di contrasto che si registrano nel confronto con lo Swarovski.

Da questo punto di vista il Vortex Diamondback HD 8×42 risulta comunque superiore al Nikon Prostaff 7s 8×30 che, pur senza evidenziare particolari riflessi interni, se non in presenza di luce molto forte, nel confronto appare ancora più sbiadito e con colori poco saturi.
La luminosità in notturna mi sembra simile a quella dello Swarovski, anche se il maggiore contrasto di quest’ultimo può dare la sensazione di una luminosità superiore. Comunque, pur non essendo un binocolo adatto all’uso astronomico, il Vortex è abbastanza luminoso.

Il campo inquadrato è di 7.5º, mentre quello dello Swarovski è 7.6º: nell’uso pratico sono praticamente identici. Il Nikon, invece, ha un campo inquadrato di 6.5° e devo dire che la differenza si vede molto bene. Passando dall’uno all’altro sembra di ritrovarsi improvvisamente schiacciati.

Conchiglie oculari

Con le conchiglie oculari completamente estratte risulta impossibile visualizzare il diaframma, di conseguenza l’ultima frazione del campo inquadrato mostra dei contorni irregolari, con un evidente calo di luce.

Per vedere il diaframma è necessario abbassare le conchiglie di uno stop, ma così facendo si evidenziano forti blackout che creano ancora più problemi. Purtroppo, si tratta quindi di un difetto con cui è necessario convivere.

Il Nikon Prostaff 7s 8×30 non mostra cali di luce al bordo, evidenziando un diaframma di campo netto quasi quanto quello dell’Olympus EXWP I 10×42 (che da questo punto di vista è il mio riferimento).

Aberrazione cromatica

Se si inquadrano i giusti soggetti, l’aberrazione cromatica è abbastanza evidente anche al centro esatto del campo e senza bisogno di forti controluce (ho fatto la prova in un giorno di pioggia). Spostandosi verso il limite dell’immagine il cromatismo laterale diventa ben visibile. Con molta luce, invece, gli oggetti chiari mostrano un bordo viola anche al centro della scena.

Per i miei gusti si tratta comunque di un risultato accettabile, dal momento che l’aberrazione non disturba la visione come mi è capitato con altri binocoli. Tuttavia sia lo Swarovski EL 8.5×42 W B che il Nikon Prostaff 7s 8×30 risultano più corretti.
Di notte, stranamente, il risultato sembra rovesciarsi: utilizzando dei lampioni come riferimento, lo Swarovski evidenzia un forte cromatismo laterale a bordo campo, mentre il Vortex Diamondback HD 8×42 è praticamente perfetto. Il test sulla luna conferma: portandola all’estremo del campo inquadrato appare soltanto un lieve alone rossastro sul lato interno dell’immagine.

Nitidezza

L’immagine risulta molto nitida, anche se non al livello dello Swarovski. Il campo inquadrato non è piatto, quindi c’è un deciso calo di nitidezza verso il bordo, ma una volta tanto non comincia APPENA ci si allontana dal centro, bensì un po’ più in là. Ad esempio è possibile inquadrare la luna piena e vederla tutta ugualmente nitida, senza notare peggioramenti ai margini. Il Nikon appare meno nitido, presumibilmente anche per via del minore contrasto.

Astigmatismo

Le stelle non sono puntiformi ma appaiono più grandi del dovuto, con l’effetto collaterale di far sembrare più piccolo il campo inquadrato. Il Nikon mostra stelle maggiormente puntiformi, per quanto non perfettamente rotonde.

Coma

Anche la coma è presente, sebbene in modo non eccessivamente fastidioso. Comincia a risultare visibile da circa metà del campo inquadrato e, pur senza diventare mai eccessiva, è evidente sul bordo. Unita alla curvatura di campo, fa sì che le stelle al bordo dell’immagine risultino quasi del tutto appiattite. Lo Swarovski EL 8.5×42 W B, che pure ha nella correzione della coma uno dei sui punti deboli, risulta nettamente superiore. Il Nikon Prostaff 7s 8×30 mostra leggermente meno coma, ma nel complesso non offre migliori prestazioni al bordo dell’immagine (e bisogna considerare che il campo inquadrato è più piccolo!).

Tinta

Mi sembra sostanzialmente neutra, forse tendente un po’ verso i colori freddi. Non noto particolari differenze con gli altri due.

Riflessi e luci parassite

Nessuno spike! Si tratta di un ottimo risultato per un binocolo con prismi a tetto. Nemmeno il lampione più potente della zona è stato in grado di impensierirlo. Tuttavia, inquadrando la luna piena, appare un riflesso al centro dell’immagine (c’è anche nello Swarovski) mentre, spostandosi lateralmente, si genera una velatura interna abbastanza fastidiosa, assente negli altri due binocoli. Sorprendentemente il Nikon mostra maggiore resistenza ai riflessi, anche se presenta dei piccoli spike con le fonti di luce abbastanza forti.

Distorsione

L’ immagine soffre di un’evidente distorsione a cuscinetto che fa sì che le linee rette ai bordi del campo inquadrato si pieghino verso l’interno. Anche il Nikon mostra un po’ di distorsione a cuscinetto, ma in misura minore, mentre lo Swarovski ha un campo quasi totalmente corretto.

Conclusioni

Considerato il prezzo, devo riconoscere di essere discretamente soddisfatto dal Vortex Diamondback HD 8×42, ma con un’importante riserva. È un binocolo solido, pratico, esteticamente gradevole, garantito a vita (una rarità!) e di discreta qualità.

Coma e astigmatismo lo rendono inadatto all’uso astronomico, inoltre non brilla per trasportabilità. Anche la custodia, per quanto ben fatta, è abbastanza ingombrante, anche se dispone di un sistema per legarla al petto che mi pare comodo. Rimane, comunque un discreto binocolo diurno.

Tra i suoi punti forti sicuramente l’ottima costruzione, la nitidezza e il grande campo inquadrato, che risulta anche abbastanza corretto. Purtroppo però, il fatto che il bordo del campo inquadrato risulti poco definito, unito al calo di luminosità che ne consegue, costituisce a mio avviso un difetto abbastanza rilevante. Ad ogni modo, se non siete particolarmente sensibili a tali problematiche, penso che questo binocolo meriti senz’altro un’occhiata.

Un’ultima considerazione: come era logico immaginare, la prova ha dimostrato che non è sufficiente applicare tutti gli ultimi ritrovati della tecnica per ritrovarsi con un top di gamma, perciò è sempre necessario valutare con il dovuto discernimento le schede tecniche dei prodotti.

Può darsi che l’impiego del magnesio abbia influito sul peso complessivo e mi pare che anche il rivestimento a correzione di fase abbia fornito il suo contributo, ma la qualità di un binocolo dipende principalmente da altri fattori ben più difficili da valutare, come lo schema ottico, la qualità delle lenti e dei prismi.

E d’altra parte, ritengo che ciascun produttore abbia un’idea abbastanza precisa della qualità dei suoi prodotti in rapporto alla concorrenza, perciò – al netto di eventuali offerte speciali – il prezzo costituisce un indicatore abbastanza accurato di ciò che ci si può attendere da un determinato binocolo.

Voto finale

7.1/10

Corpo: 7.5/10

Ottica: 7/10

Come calcoliamo i voti dei binocoli?