Nikon 8×30 EII
Costruzione
Il Nikon 8×30 EII è comodo da impugnare: lo schema ottico a prismi di porro lo rende largo abbastanza da afferrare saldamente, in compenso è molto corto, quindi chi ha mani grandi potrebbe sentirsi un po’ limitato. Appoggiare i mignoli sopra gli obiettivi mi è sembrata una buona soluzione.
La ghiera di messa a fuoco è sottile rispetto alle altre che ho provato. Inoltre, essendo di diametro contenuto, a seconda di come si impugna il binocolo può essere necessario spostare la mano per ruotarla. Nel complesso l’ho trovata abbastanza scomoda.
Lo scafo non è gommato e questo rende evidente come si tratti di un binocolo progettato ormai molti anni fa. Molte parti sono semplicemente di metallo non rivestito, mentre gli obiettivi sono rivestiti in finta pelle che, comunque, non rende la struttura più morbida, ma serve solo a favorire la presa e a fini estetici.
La mancanza di gommatura ha fatto sì che, in seguito a un urto di cui non mi sono nemmeno accorto, un piccolo pezzetto di vernice, alla base di un obiettivo, si staccasse, mettendo allo scoperto il metallo sottostante.
Qualità ottiche
Lo sweet spot è abbastanza grande e copre almeno il 50% dell’immagine, ma soprattutto le zone dell’inquadratura che risultano meno nitide sono dovute alla fisiologica curvatura di campo, dal momento che le lenti non sono dotate di uno spianatore.
Il field stop è preciso e il calo di luce a bordo campo, sebbene presente, mi sembra molto contenuto.
La caratteristica principale di questo binocolo, tuttavia, è il campo inquadrato. 8,8 gradi di puro piacere: grande, immersivo e per lo più corretto. Non si tratta di un risultato semplice da raggiungere.
Aberrazione cromatica
È abbastanza ridotta al centro dell’immagine. Non come il Kowa BD 8×32 che è il mio riferimento, e comunque più presente che nello Swarovski EL 8.5×42 W B. Appena ci si allontana dal centro compare un piccolo contorno viola o verde lungo la linea degli alberi, ma non molto evidente né fastidioso. Giove, portato al bordo del campo, mostra un riflesso blu che, tuttavia, è nascosto dalla rilevante quantità di coma che rende il pianeta una linea.
Dei rapaci, osservati contro lo sfondo luminoso del cielo, mostrano un leggero alone violetto, abbastanza visibile ma non troppo fastidioso, sebbene me ne aspettassi di meno.
Nitidezza
Buona, quasi eccellente al centro, comunque un’immagine pulita, contrastata, piacevole. La luna appare dettagliata, sebbene nello Swarovski sia tutto più evidente, quasi iperrealistico. Spostandola dal centro comincia a perdere di definizione di poco, ma soprattutto succede quando la si muove verso il basso, mentre il lato alto dell’inquadratura sembra funzionare leggermente meglio. In generale, comunque, mi pare che l’immagine sia nitida fino al 50% dal bordo: non è tantissimo, ma il campo inquadrato è molto grande. E soprattutto lo scadimento non diventa mai troppo pronunciato, cosicché l’immagine rimane ben leggibile anche al bordo. Il Kowa BD II 6,5×32 XD soffriva decisamente di più e costava solo un 20% in meno.
Astigmatismo
Ottimi risultati, le stelle sono davvero puntiformi. Confrontato con lo Swarovski non ho notato differenze di rilievo. Lo spettacolo del cielo stellato è molto bello perfino dalla città.
Coma
Giove rimane più o meno sferico fino a metà del campo inquadrato. Portandolo sul bordo del campo si appiattisce fino a diventare una linea (non molto lunga, in verità). Lo Swarovski si comporta molto meglio da questo punto di vista, ma la differenza di prezzo è molto rilevante.
Tinta
Ho letto che dovrebbe tendere al rosso, ma non mi è sembrato: osservando la luna mi sembra che sia dello stesso colore che vedo nello Swarovski. Anche di giorno la tinta mi è sembrata sostanzialmente neutra, senza dominanti. Forse la corteccia di un pino appariva leggermente più rossa del dovuto, ma non mi sembra una caratteristica troppo evidente o che possa dare fastidio.
Riflessi e luci parassite
Purtroppo il Nikon 8×30 EII soffre molto le luci laterali. Il sole al tramonto, a 90 gradi verso la mia sinistra, produceva un riflesso abbastanza fastidioso nell’oculare sinistro. Anche la luna produce dei riflessi, ma non quando è appena fuori dell’immagine: quando è un po’ più in là, a circa 45 gradi di distanza. Una cosa che non ricordavo: i prismi di Porro non generano spike! Fantastico!
Guardando il cielo stellato, le luci dei lampioni fuori dell’inquadratura (diciamo almeno 45 gradi più in basso) generano molti riflessi e una velatura luminosa di fondo che risulta abbastanza fastidiosa.
Distorsione
Presente. Guardando un muro o delle linee rette è molto evidente una certa distorsione a cuscinetto (nel senso che l’immagine sembra gonfiarsi in fuori, allontanandosi dall’osservatore).
Altri aspetti
Il posizionamento degli occhi è abbastanza cruciale e delicato. Piccoli movimenti producono cali di nitidezza e luminosità, mentre movimenti più pronunciati portano a inevitabili blackout. La comodità di osservazione ne risente un po’.
La messa a fuoco è corta nel senso che una volta messo a fuoco a 15 metri, appare tutto QUASI a fuoco fino all’infinito. C’è bisogno solo di correzioni minime.
La custodia è bruttina ma soprattutto è enorme: già il binocolo non è piccolo, la custodia di certo non aiuta. Gli oculari non hanno dei tappi ma sono coperti da un unico pezzo di plastica: scomodo e dall’aria economica (chissà se in realtà è meglio… e in cosa sarebbe meglio?).
Conclusioni
Il Nikon 8×30 EII è un binocolo per molti versi difficile da giudicare. Sebbene non sia privo di difetti, è dotato di ottime qualità ottiche e di un larghissimo campo inquadrato per lo più sfruttabile. La costruzione, tuttavia, mostra decisamente i suoi anni. Lo schema ottico a prismi di porro lo rende più ingombrante e mancano caratteristiche ormai molto diffuse che, in certi casi, sono divenute praticamente degli standard: la gommatura dello scafo, una ghiera di messa a fuoco di dimensioni maggiorate, l’impermeabilizzazione e il riempimento in azoto. Anche la custodia è scomoda e non ne agevola il trasporto. Inoltre, forse anche a causa dell’ottima reputazione di cui gode, è abbastanza caro. Una versione aggiornata dal punto di vista costruttivo sarebbe davvero eccellente. Tutto ciò considerato, comunque, si tratta di un ottimo binocolo ed è tra quelli che ho deciso di tenere.
Nikon 8×30 EII
Costruzione
Il Nikon 8×30 EII è comodo da impugnare: lo schema ottico a prismi di porro lo rende largo abbastanza da afferrare saldamente, in compenso è molto corto, quindi chi ha mani grandi potrebbe sentirsi un po’ limitato. Appoggiare i mignoli sopra gli obiettivi mi è sembrata una buona soluzione.
La ghiera di messa a fuoco è sottile rispetto alle altre che ho provato. Inoltre, essendo di diametro contenuto, a seconda di come si impugna il binocolo può essere necessario spostare la mano per ruotarla. Nel complesso l’ho trovata abbastanza scomoda.
Lo scafo non è gommato e questo rende evidente come si tratti di un binocolo progettato ormai molti anni fa. Molte parti sono semplicemente di metallo non rivestito, mentre gli obiettivi sono rivestiti in finta pelle che, comunque, non rende la struttura più morbida, ma serve solo a favorire la presa e a fini estetici.
La mancanza di gommatura ha fatto sì che, in seguito a un urto di cui non mi sono nemmeno accorto, un piccolo pezzetto di vernice, alla base di un obiettivo, si staccasse, mettendo allo scoperto il metallo sottostante.
Qualità ottiche
Lo sweet spot è abbastanza grande e copre almeno il 50% dell’immagine, ma soprattutto le zone dell’inquadratura che risultano meno nitide sono dovute alla fisiologica curvatura di campo, dal momento che le lenti non sono dotate di uno spianatore.
Il field stop è preciso e il calo di luce a bordo campo, sebbene presente, mi sembra molto contenuto.
La caratteristica principale di questo binocolo, tuttavia, è il campo inquadrato. 8,8 gradi di puro piacere: grande, immersivo e per lo più corretto. Non si tratta di un risultato semplice da raggiungere.
Aberrazione cromatica
È abbastanza ridotta al centro dell’immagine. Non come il Kowa BD 8×32 che è il mio riferimento, e comunque più presente che nello Swarovski EL 8.5×42 W B. Appena ci si allontana dal centro compare un piccolo contorno viola o verde lungo la linea degli alberi, ma non molto evidente né fastidioso. Giove, portato al bordo del campo, mostra un riflesso blu che, tuttavia, è nascosto dalla rilevante quantità di coma che rende il pianeta una linea.
Dei rapaci, osservati contro lo sfondo luminoso del cielo, mostrano un leggero alone violetto, abbastanza visibile ma non troppo fastidioso, sebbene me ne aspettassi di meno.
Nitidezza
Buona, quasi eccellente al centro, comunque un’immagine pulita, contrastata, piacevole. La luna appare dettagliata, sebbene nello Swarovski sia tutto più evidente, quasi iperrealistico. Spostandola dal centro comincia a perdere di definizione di poco, ma soprattutto succede quando la si muove verso il basso, mentre il lato alto dell’inquadratura sembra funzionare leggermente meglio. In generale, comunque, mi pare che l’immagine sia nitida fino al 50% dal bordo: non è tantissimo, ma il campo inquadrato è molto grande. E soprattutto lo scadimento non diventa mai troppo pronunciato, cosicché l’immagine rimane ben leggibile anche al bordo. Il Kowa BD II 6,5×32 XD soffriva decisamente di più e costava solo un 20% in meno.
Astigmatismo
Ottimi risultati, le stelle sono davvero puntiformi. Confrontato con lo Swarovski non ho notato differenze di rilievo. Lo spettacolo del cielo stellato è molto bello perfino dalla città.
Coma
Giove rimane più o meno sferico fino a metà del campo inquadrato. Portandolo sul bordo del campo si appiattisce fino a diventare una linea (non molto lunga, in verità). Lo Swarovski si comporta molto meglio da questo punto di vista, ma la differenza di prezzo è molto rilevante.
Tinta
Ho letto che dovrebbe tendere al rosso, ma non mi è sembrato: osservando la luna mi sembra che sia dello stesso colore che vedo nello Swarovski. Anche di giorno la tinta mi è sembrata sostanzialmente neutra, senza dominanti. Forse la corteccia di un pino appariva leggermente più rossa del dovuto, ma non mi sembra una caratteristica troppo evidente o che possa dare fastidio.
Riflessi e luci parassite
Purtroppo il Nikon 8×30 EII soffre molto le luci laterali. Il sole al tramonto, a 90 gradi verso la mia sinistra, produceva un riflesso abbastanza fastidioso nell’oculare sinistro. Anche la luna produce dei riflessi, ma non quando è appena fuori dell’immagine: quando è un po’ più in là, a circa 45 gradi di distanza. Una cosa che non ricordavo: i prismi di Porro non generano spike! Fantastico!
Guardando il cielo stellato, le luci dei lampioni fuori dell’inquadratura (diciamo almeno 45 gradi più in basso) generano molti riflessi e una velatura luminosa di fondo che risulta abbastanza fastidiosa.
Distorsione
Presente. Guardando un muro o delle linee rette è molto evidente una certa distorsione a cuscinetto (nel senso che l’immagine sembra gonfiarsi in fuori, allontanandosi dall’osservatore).
Altri aspetti
Il posizionamento degli occhi è abbastanza cruciale e delicato. Piccoli movimenti producono cali di nitidezza e luminosità, mentre movimenti più pronunciati portano a inevitabili blackout. La comodità di osservazione ne risente un po’.
La messa a fuoco è corta nel senso che una volta messo a fuoco a 15 metri, appare tutto QUASI a fuoco fino all’infinito. C’è bisogno solo di correzioni minime.
La custodia è bruttina ma soprattutto è enorme: già il binocolo non è piccolo, la custodia di certo non aiuta. Gli oculari non hanno dei tappi ma sono coperti da un unico pezzo di plastica: scomodo e dall’aria economica (chissà se in realtà è meglio… e in cosa sarebbe meglio?).
Conclusioni
Il Nikon 8×30 EII è un binocolo per molti versi difficile da giudicare. Sebbene non sia privo di difetti, è dotato di ottime qualità ottiche e di un larghissimo campo inquadrato per lo più sfruttabile. La costruzione, tuttavia, mostra decisamente i suoi anni. Lo schema ottico a prismi di porro lo rende più ingombrante e mancano caratteristiche ormai molto diffuse che, in certi casi, sono divenute praticamente degli standard: la gommatura dello scafo, una ghiera di messa a fuoco di dimensioni maggiorate, l’impermeabilizzazione e il riempimento in azoto. Anche la custodia è scomoda e non ne agevola il trasporto. Inoltre, forse anche a causa dell’ottima reputazione di cui gode, è abbastanza caro. Una versione aggiornata dal punto di vista costruttivo sarebbe davvero eccellente. Tutto ciò considerato, comunque, si tratta di un ottimo binocolo ed è tra quelli che ho deciso di tenere.