Olympus EXWP I 10×42
Introduzione
L’aberrazione cromatica è abbastanza evidente, sebbene non troppo fastidiosa. È visibile come un contorno colorato già poco lontano dal centro dell’immagine. La nitidezza è buona, ma gli oggetti inquadrati non appaiono incisi come in altri binocoli, al cui confronto l’Olympus mostra quell’effetto di velatura che è tipico di un’immagine poco contrastata. I colori non sono particolarmente accesi, ma sembrano corretti.
Il campo inquadrato è di 6 gradi reali con un diametro apparente di 60 gradi, per cui l’immagine fornita risulta ampia e piacevole. Il punto di massima resa si estende per tutta la porzione centrale dell’immagine e la qualità comincia a peggiorare solo verso il 70% dell’immagine, ma in modo molto graduale. Il bordo estremo è poco sfruttabile, ma non disturba la visione. Si tratta di un grande vantaggio rispetto a binocoli da birdwatcher che sono perfetti solo al centro esatto dell’immagine e poi crollano appena si osserva un po’ più in là.
Purtroppo soffre molto le intrusioni di luce provenienti dai lati e continua a mostrare dei riflessi anche quando la sorgente luminosa si trova ormai a un angolo di diversi gradi di distanza. Puntando un lampione, la diffrazione genera un’evidente X che si estende dal bordo superiore fino al bordo inferiore dell’immagine. Tale effetto, tuttavia, non mi sembra influire sull’osservazione celeste, in cui le intensità luminose in gioco sono inferiori. Vega appariva normale e così anche Saturno. La Luna appare circondata da un alone luminoso molto forte, anche se, trattandosi di un oggetto tanto esteso, l’effetto risulta tutto sommato meno evidente.
L’immagine visibile nel binocolo appare illuminata in modo uniforme e il bordo è un profilo nero molto netto (lo amo!).
Si tratta, insomma, di un binocolo equilibrato, che fa tutto bene senza eccellere in nulla e che invece di avere dei 9 in pagella ha dei 7, ma che invece di avere dei 4 ha… almeno dei 6! (ad esempio per quanto riguarda l’aberrazione cromatica). In fondo è questa la sua eccellenza.
Un ultimo aspetto, non puramente ottico ma comunque importante: viene fornito in una custodia di neoprene molto aderente, che lo protegge pur riducendo al minimo l’ingrombo, di modo che, una volta riposto, diventa quasi più piccolo del mio Nikon Prostaff 7S 8×30, che invece ha una custodia rigida decisamente sproporzionata per la sua taglia (andate a leggere la recensione). In viaggio si tratta di un grande valore aggiunto.
Considerate infine che i dieci ingrandimenti (10x) possono dare fastidio a chi non ha la mano eccezionalmente ferma: vanno bene per occhiate veloci e per scandagliare un panorama ma, ad esempio, possono risultare eccessivi per l’osservazione astronomica a mano libera, nella quale si tende invece a fissare a lungo un punto lontano (sfortunatamente in italiano il gioco di parole con “distant spot” non funziona :-)) per coglierne ogni più piccolo dettaglio.
Con due filtri appositi sugli obiettivi, l’ho utilizzato per osservare l’eclissi solare del 2017. Ho studiato le macchie solari (mi pare che fossero tre) in attesa della totalità, poi ho tolto i filtri e ho osservato direttamente il sole. È stata una vista incredibile e, col senno di poi, penso che dieci ingrandimenti fossero la scelta giusta per l’occasione: tranne che per il calore, sembrava di essere SUL sole ;-)
La protezione di gomma degli oculari si è rotta dopo cinque anni di uso poco intenso. Visto che si è rotta esattamente a metà, rimane comunque utilizzabile.
Olympus EXWP I 10×42
Introduzione
L’aberrazione cromatica è abbastanza evidente, sebbene non troppo fastidiosa. È visibile come un contorno colorato già poco lontano dal centro dell’immagine. La nitidezza è buona, ma gli oggetti inquadrati non appaiono incisi come in altri binocoli, al cui confronto l’Olympus mostra quell’effetto di velatura che è tipico di un’immagine poco contrastata. I colori non sono particolarmente accesi, ma sembrano corretti.
Il campo inquadrato è di 6 gradi reali con un diametro apparente di 60 gradi, per cui l’immagine fornita risulta ampia e piacevole. Il punto di massima resa si estende per tutta la porzione centrale dell’immagine e la qualità comincia a peggiorare solo verso il 70% dell’immagine, ma in modo molto graduale. Il bordo estremo è poco sfruttabile, ma non disturba la visione. Si tratta di un grande vantaggio rispetto a binocoli da birdwatcher che sono perfetti solo al centro esatto dell’immagine e poi crollano appena si osserva un po’ più in là.
Purtroppo soffre molto le intrusioni di luce provenienti dai lati e continua a mostrare dei riflessi anche quando la sorgente luminosa si trova ormai a un angolo di diversi gradi di distanza. Puntando un lampione, la diffrazione genera un’evidente X che si estende dal bordo superiore fino al bordo inferiore dell’immagine. Tale effetto, tuttavia, non mi sembra influire sull’osservazione celeste, in cui le intensità luminose in gioco sono inferiori. Vega appariva normale e così anche Saturno. La Luna appare circondata da un alone luminoso molto forte, anche se, trattandosi di un oggetto tanto esteso, l’effetto risulta tutto sommato meno evidente.
L’immagine visibile nel binocolo appare illuminata in modo uniforme e il bordo è un profilo nero molto netto (lo amo!).
Si tratta, insomma, di un binocolo equilibrato, che fa tutto bene senza eccellere in nulla e che invece di avere dei 9 in pagella ha dei 7, ma che invece di avere dei 4 ha… almeno dei 6! (ad esempio per quanto riguarda l’aberrazione cromatica). In fondo è questa la sua eccellenza.
Un ultimo aspetto, non puramente ottico ma comunque importante: viene fornito in una custodia di neoprene molto aderente, che lo protegge pur riducendo al minimo l’ingrombo, di modo che, una volta riposto, diventa quasi più piccolo del mio Nikon Prostaff 7S 8×30, che invece ha una custodia rigida decisamente sproporzionata per la sua taglia (andate a leggere la recensione). In viaggio si tratta di un grande valore aggiunto.
Considerate infine che i dieci ingrandimenti (10x) possono dare fastidio a chi non ha la mano eccezionalmente ferma: vanno bene per occhiate veloci e per scandagliare un panorama ma, ad esempio, possono risultare eccessivi per l’osservazione astronomica a mano libera, nella quale si tende invece a fissare a lungo un punto lontano (sfortunatamente in italiano il gioco di parole con “distant spot” non funziona :-)) per coglierne ogni più piccolo dettaglio.
Con due filtri appositi sugli obiettivi, l’ho utilizzato per osservare l’eclissi solare del 2017. Ho studiato le macchie solari (mi pare che fossero tre) in attesa della totalità, poi ho tolto i filtri e ho osservato direttamente il sole. È stata una vista incredibile e, col senno di poi, penso che dieci ingrandimenti fossero la scelta giusta per l’occasione: tranne che per il calore, sembrava di essere SUL sole ;-)
La protezione di gomma degli oculari si è rotta dopo cinque anni di uso poco intenso. Visto che si è rotta esattamente a metà, rimane comunque utilizzabile.