Bushnell Legend Ultra HD 8×42

Pubblicato il 15/09/2019Categorie: Binocoli, Recensione

Scheda tecnica

Ingrandimenti: 8x
Diametro delle lenti: 42mm
Campo inquadrato: 8º
Trasmissione luminosa: non dichiarata
Peso: 635 g
Prodotti in: China
Prezzo: 306€

Si tratta di un binocolo molto luminoso, anche grazie ai prismi in vetro BaK-4 (di migliore qualità rispetto al BK-7 utilizzato in binocoli più economici).

L’impugnatura è comoda, anche se i cuscinetti di gel che ha “sottopelle”, nel punto in cui i pollici lo sostengono, danno una sensazione un po’ strana: forse non sono grandi abbastanza per le mie mani.

Ho combattuto parecchio con oculari e conchiglie estraibili per evitare i blackout visti all’inizio (il fenomeno di oscuramento dell’immagine che si verifica quando le lenti – non soltanto nei binocoli – non tollerano un errato allineamento dell’occhio di chi osserva rispetto allo strumento): non ho ancora capito se la posizione giusta per me sia con le conchiglie abbassate e il binocolo appoggiato alle sopracciglia, oppure con le conchiglie estratte. Ciò che so, invece, è che non alla fine del test non avevo ancora trovato una posizione soddisfacente.

Il controllo dell’aberrazione cromatica è ottimo. Il mio occhio poco educato riesce a distinguerla appena e solo verso il bordo dell’immagine.

Purtroppo alcuni dei suoi pregi principali sono anche quelli che mi hanno convinto a restituirlo: mi riferisco al campo inquadrato e alla sua nitidezza. Il campo inquadrato, con 8 gradi reali e un diametro apparente di 64 gradi, è davvero grande. Osservando attraverso gli oculari sembra di poter vedere in un colpo solo tutto quello che si ha davanti. Sfortunatamente, però, un campo così grande invita l’occhio a spaziare per l’immagine e qui cominciano i problemi, perché buona parte di essa non è davvero sfruttabile.

La nitidezza è eccellente al centro del campo: le immagini sono incise, contrastate e mostrano un dettaglio davvero ottimo. Peccato che quello che gli anglosassoni definiscono “sweet spot” – e che potremmo definire “punto di massima resa” – sia davvero tale: un punto. Il massimo della resa, infatti, si ottiene posizionando l’oggetto inquadrato esattamente in quel punto. Né sopra, né a destra, ma esattamente lì.

Osservando la luna piena il problema è stato subito molto evidente. Alcuni crateri minori, di cui si poteva distinguere bene l’orlo, cominciavano a perdere dettaglio appena si spostava l’inquadratura. Inoltre bisogna aggiungere che, almeno nell’esemplare che ho ricevuto, tale punto non è situato al centro dell’immagine, come sarebbe logico aspettarsi, ma un po’ più in alto. Non so se sia un problema specifico del mio binocolo o una costante, in ogni caso non ha fatto altro che peggiorare l’esperienza d’uso. Per un uso a mano libera, infatti, questo significa dover muovere continuamente il binocolo cercando di centrare alla perfezione l’oggetto che si vuole osservare in quell’unico punto di nitidezza perfetta che si trova “da qualche parte sopra il centro”.

Nell’osservazione di un oggetto esteso (come ad esempio la luna) questo implica che il punto di massima resa rischia di essere più piccolo dell’oggetto e che lo scadimento dell’immagine si può apprezzare già ai margini dell’oggetto rispetto al suo centro.

Vorrei dire che la distorsione ai bordi dell’immagine è fastidiosa soltanto nell’uso astronomico, ma mentirei. La visione di un albero a 20 metri di distanza dal mio balcone è stata la prima a mostrare il problema. La sommità dell’albero, centrata nello sweet spot del binocolo, è perfetta; l’immagine però degrada molto rapidamente spostando lo sguardo verso i bordi: un buon 20-25% dell’immagine assomiglia a un quadro appena dipinto su cui qualcuno abbia passato un dito spalmando la pittura con un movimento circolare. Nell’uso astronomico questo difetto porta ad avere delle stelle che, ai bordi dell’immagine, assomigliano a delle startrail (chi ha presente quelle foto notturne a lunghissima esposizione in cui la stella polare è ferma, e tutte le altre stelle tracciano delle scie tutto intorno?). Se le stelle sono abbastanza luminose, il fenomeno diventa davvero fastidioso e distrae tantissimo da ciò che si sta osservando. Questo aspetto è già molto evidente osservando il cielo dal mio balcone in città: non voglio immaginare come possa essere se visto sotto un cielo di montagna, dove è praticamente impossibile non avere delle stelle ai bordi dell’immagine.

Tra l’altro, visto che il binocolo ha un campo inquadrato così ampio, si potrebbe pensare che la parte centrale sia comunque grande a sufficienza. Ebbene, non è così. Binocoli con un campo inquadrato più ridotto, riescono comunque ad avere uno sweet spot più ampio del Bushnell Legend Ultra HD 8×42.

Per quanto riguarda la diffrazione prodotta da un binocolo con prismi a tetto nell’osservare una forte sorgente luminosa (i cosiddetti “spike”), il Bushnell non mostra particolari problemi né sui lampioni né tantomeno sulla luna. Sono presenti dei piccoli “spike”, di debole intensità, che ho notato solo nel fare il confronto con l’Olympus EXWP I 10×42. Facendo la prova dentro casa, con una lampadina a led posizionata a 3-4 metri di distanza, gli “spike” diventano più visibili, ma credo di poter affermare che difficilmente si rivelerebbero fastidiosi nell’uso reale.

L’immagine ha una tinta tendente al giallo, il che è particolarmente evidente osservando i lampioni stradali; sulle stelle, invece, questo difetto era meno percepibile.

Come ho letto in diversi siti, è probabile che si tratti di un binocolo pensato per il birdwatching, dove la qualità dello sweet spot sembra l’unico fattore davvero cruciale, eppure dubito fortemente che un binocolo di questo tipo, eccellente al centro dell’immagine e scarso per tutto il resto, possa risultare preferibile a un qualsiasi altro strumento in grado di offrire una qualità dell’immagine bilanciata in tutto il campo inquadrato e, perché no, anche a un costo inferiore. Di certo non è impossibile trovare simili binocoli in commercio (per caso ho già citato il Nikon Prostaff 7s 8×30?).

Voto finale

6.2/10

Corpo: 6.5/10

Ottica: 5/10

Come calcoliamo i voti dei binocoli?

Bushnell Legend Ultra HD 8×42

Pubblicato il 15/09/2019Categorie: Binocoli, Recensione
Bushnell Legend Ultra HD 8x42

Scheda tecnica

Ingrandimenti: 8x
Diametro delle lenti: 42mm
Campo inquadrato: 8º
Trasmissione luminosa: non dichiarata
Peso: 635 g
Prodotti in: China
Prezzo: 306€

Si tratta di un binocolo molto luminoso, anche grazie ai prismi in vetro BaK-4 (di migliore qualità rispetto al BK-7 utilizzato in binocoli più economici).

L’impugnatura è comoda, anche se i cuscinetti di gel che ha “sottopelle”, nel punto in cui i pollici lo sostengono, danno una sensazione un po’ strana: forse non sono grandi abbastanza per le mie mani.

Ho combattuto parecchio con oculari e conchiglie estraibili per evitare i blackout visti all’inizio (il fenomeno di oscuramento dell’immagine che si verifica quando le lenti – non soltanto nei binocoli – non tollerano un errato allineamento dell’occhio di chi osserva rispetto allo strumento): non ho ancora capito se la posizione giusta per me sia con le conchiglie abbassate e il binocolo appoggiato alle sopracciglia, oppure con le conchiglie estratte. Ciò che so, invece, è che non alla fine del test non avevo ancora trovato una posizione soddisfacente.

Il controllo dell’aberrazione cromatica è ottimo. Il mio occhio poco educato riesce a distinguerla appena e solo verso il bordo dell’immagine.

Purtroppo alcuni dei suoi pregi principali sono anche quelli che mi hanno convinto a restituirlo: mi riferisco al campo inquadrato e alla sua nitidezza. Il campo inquadrato, con 8 gradi reali e un diametro apparente di 64 gradi, è davvero grande. Osservando attraverso gli oculari sembra di poter vedere in un colpo solo tutto quello che si ha davanti. Sfortunatamente, però, un campo così grande invita l’occhio a spaziare per l’immagine e qui cominciano i problemi, perché buona parte di essa non è davvero sfruttabile.

La nitidezza è eccellente al centro del campo: le immagini sono incise, contrastate e mostrano un dettaglio davvero ottimo. Peccato che quello che gli anglosassoni definiscono “sweet spot” – e che potremmo definire “punto di massima resa” – sia davvero tale: un punto. Il massimo della resa, infatti, si ottiene posizionando l’oggetto inquadrato esattamente in quel punto. Né sopra, né a destra, ma esattamente lì.

Osservando la luna piena il problema è stato subito molto evidente. Alcuni crateri minori, di cui si poteva distinguere bene l’orlo, cominciavano a perdere dettaglio appena si spostava l’inquadratura. Inoltre bisogna aggiungere che, almeno nell’esemplare che ho ricevuto, tale punto non è situato al centro dell’immagine, come sarebbe logico aspettarsi, ma un po’ più in alto. Non so se sia un problema specifico del mio binocolo o una costante, in ogni caso non ha fatto altro che peggiorare l’esperienza d’uso. Per un uso a mano libera, infatti, questo significa dover muovere continuamente il binocolo cercando di centrare alla perfezione l’oggetto che si vuole osservare in quell’unico punto di nitidezza perfetta che si trova “da qualche parte sopra il centro”.

Nell’osservazione di un oggetto esteso (come ad esempio la luna) questo implica che il punto di massima resa rischia di essere più piccolo dell’oggetto e che lo scadimento dell’immagine si può apprezzare già ai margini dell’oggetto rispetto al suo centro.

Vorrei dire che la distorsione ai bordi dell’immagine è fastidiosa soltanto nell’uso astronomico, ma mentirei. La visione di un albero a 20 metri di distanza dal mio balcone è stata la prima a mostrare il problema. La sommità dell’albero, centrata nello sweet spot del binocolo, è perfetta; l’immagine però degrada molto rapidamente spostando lo sguardo verso i bordi: un buon 20-25% dell’immagine assomiglia a un quadro appena dipinto su cui qualcuno abbia passato un dito spalmando la pittura con un movimento circolare. Nell’uso astronomico questo difetto porta ad avere delle stelle che, ai bordi dell’immagine, assomigliano a delle startrail (chi ha presente quelle foto notturne a lunghissima esposizione in cui la stella polare è ferma, e tutte le altre stelle tracciano delle scie tutto intorno?). Se le stelle sono abbastanza luminose, il fenomeno diventa davvero fastidioso e distrae tantissimo da ciò che si sta osservando. Questo aspetto è già molto evidente osservando il cielo dal mio balcone in città: non voglio immaginare come possa essere se visto sotto un cielo di montagna, dove è praticamente impossibile non avere delle stelle ai bordi dell’immagine.

Tra l’altro, visto che il binocolo ha un campo inquadrato così ampio, si potrebbe pensare che la parte centrale sia comunque grande a sufficienza. Ebbene, non è così. Binocoli con un campo inquadrato più ridotto, riescono comunque ad avere uno sweet spot più ampio del Bushnell Legend Ultra HD 8×42.

Per quanto riguarda la diffrazione prodotta da un binocolo con prismi a tetto nell’osservare una forte sorgente luminosa (i cosiddetti “spike”), il Bushnell non mostra particolari problemi né sui lampioni né tantomeno sulla luna. Sono presenti dei piccoli “spike”, di debole intensità, che ho notato solo nel fare il confronto con l’Olympus EXWP I 10×42. Facendo la prova dentro casa, con una lampadina a led posizionata a 3-4 metri di distanza, gli “spike” diventano più visibili, ma credo di poter affermare che difficilmente si rivelerebbero fastidiosi nell’uso reale.

L’immagine ha una tinta tendente al giallo, il che è particolarmente evidente osservando i lampioni stradali; sulle stelle, invece, questo difetto era meno percepibile.

Come ho letto in diversi siti, è probabile che si tratti di un binocolo pensato per il birdwatching, dove la qualità dello sweet spot sembra l’unico fattore davvero cruciale, eppure dubito fortemente che un binocolo di questo tipo, eccellente al centro dell’immagine e scarso per tutto il resto, possa risultare preferibile a un qualsiasi altro strumento in grado di offrire una qualità dell’immagine bilanciata in tutto il campo inquadrato e, perché no, anche a un costo inferiore. Di certo non è impossibile trovare simili binocoli in commercio (per caso ho già citato il Nikon Prostaff 7s 8×30?).

Voto finale

6.2/10

Corpo: 6.5/10

Ottica: 5/10

Come calcoliamo i voti dei binocoli?